La videolettera di Nichi Vendola: «Sono stato educato al rispetto sacrale della legalità»
    
Nel ribadire la nostra piena fiducia nella magistratura e nel sottolineare l’importanza dell’inchiesta sull’Ilva esprimiamo la nostra piena e totale fiducia sull’operato del Presidente Vendola che nella vicenda Ilva, come in tutto il suo lavoro quotidiano, ha sempre fatto della trasparenza e del rispetto della legalità e delle regole, un tratto distintivo della sua azione di governo. 
E’ quanto annuncia la segreteria nazionale di Sinistra Ecologia Libertà, in un comunicato.


Sottolineiamo inoltre  – prosegue la segreteria nazionale di Sel – che in questi anni, nell’ambito della complessa vicenda dello stabilimento siderurgico di Taranto, il governo regionale pugliese ha sempre agito per coniugare la salute dei cittadini e la tutela del lavoro.
L’impegno di Sinistra Ecologia Libertà – conclude la segreteria -  per la tutela della salute e
dell’ambiente, per la tutela del diritto ad buon lavoro che ci ha contraddistinto in questi anni, continuerà con ancora maggior vigore.
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"Fiducia nella giustizia e piena coscienza di aver operato per il bene di Taranto"
Nichi Vendola

“Non vi sembri paradossale il fatto che, pure nel momento di grande turbamento, io continui a considerare di straordinaria importanza l’indagine della Procura di Taranto sull’inquinamento dell’Ilva in quella città”. Così il Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola intervenendo questa mattina in conferenza stampa dopo aver ricevuto da parte della Procura di Taranto, un avviso di conclusione delle indagini, con valore di informazione di garanzia, in merito alla vicenda Ilva.

“L’indagine della magistratura di Taranto – ha spiegato Vendola – l’ho considerata sin dall’inizio un momento storico, che ha provato a sancire un principio che in realtà è scritto negli articoli della nostra Costituzione, ma che è stato sistematicamente ignorato: il principio della responsabilità sociale dell’impresa. Responsabilità sociale che significa anche responsabilità nei confronti degli esercizi fondamentali, da parte dei cittadini, come il diritto alla salute e il diritto alla vita”.

Vendola si è detto, tuttavia, “molto turbato, soprattutto per una ragione: io ho l’orgoglio di aver guidato un’Amministrazione regionale che ha provato a scoperchiare la pentola, che è andata a mettere il naso laddove nessuno mai aveva messo il naso.
È un fatto storico che la mia Amministrazione nel 2006 abbia raddoppiato gli organici dell’Arpa a Taranto, che abbia investito quasi mezzo milione di euro per acquistare quello spettrometro che consentiva le indagini sulle diossine.
È un fatto storico che dal 1965 sino al 2006 non erano mai stati fatti monitoraggi in nessuno dei duecento camini dell’Ilva; come è un fatto storico che quando, nella primavera del 2008, abbiamo avuto i dati del monitoraggio, nell’autunno dello stesso anno abbiamo fatto, unici in Italia, la Legge antidiossina.
È un fatto storico che, in solitudine e con il contrasto di rilevanti poteri del Paese, abbiamo dovuto tenere la schiena dritta di fronte ad un interlocutore che è un duro protagonista di un certo capitalismo, come Emilio Riva.
È un fatto storico che, mentre il Governo nazionale, con il Decreto del 15 agosto 2010, spostava di due anni il tempo previsto per l’applicazione dei limiti emissivi del benzopirene, noi facemmo una Legge Regionale con cui imponemmo limiti che erano immediatamente applicativi delle Direttive comunitarie in materia. Ed è sempre un fatto storico che la lezione che traemmo da questa battaglia ci portò a varare una norma rivoluzionaria che è quella sulla valutazione di danno sanitario”.

Questi i fatti storici secondo il Presidente della Regione Puglia che “dimostrano che chi ha lavorato per questa Amministrazione lo ha fatto senza nessuna soggezione nei confronti di Riva. Vi è stato un solo punto di contrasto vero tra me e una parte della città di Taranto e dell’opinione pubblica, anche nazionale: la chiusura dell’Ilva. Non credo di essermi sbagliato su questo punto e mi sono sempre battuto contro l’idea della chiusura della fabbrica, ma per la riqualificazione ambientale dell’Ilva.
Non ho mai voluto fare un passo indietro nei confronti di quella che mi pareva la sfida fondamentale. Per questo oggi, di fronte a un teorema accusatorio, che è ragione di dolore per il sottoscritto, non intendo minimamente perdere quella serenità che mi deriva dall’aver operato in piena coscienza, con amore per la città di Taranto”.

“Sono convinto – ha concluso Vendola – per la stima che nutro nei confronti della magistratura del capoluogo ionico, che non sarà difficile per noi e per me poter dimostrare che nel contrasto con ogni fenomeno di illegalità, la mia Amministrazione si è compo

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