Elezioni a Feltre

I Democratici appoggiano Paolo Perenzin
 
FELTRE. Dicono che alla fine hanno scelto serenamente, che hanno votato e poi si sono fermati in sede a mangiare crostoli, come se fosse un’allegra rimpatriata. Non dicono che per il circolo di Feltre sono state probabilmente le due ore e mezza più sofferte da quando esiste il Pd. Perché le «diversità di vedute» erano spaccature vere, perché le vicende di Belluno non sono rimaste (né potevano restare) fuori dalla porta. E perché la convergenza - parola tanto cara al partito - alla fine c’è stata, ma qualcuno ha dovuto ingoiarla e qualcun altro se n’è andato sbattendo la porta. Comunque il risultato, alla fine, è quello che i più si auguravano: il Pd sta con Paolo Perenzin e lo sosterrà nel suo tentativo di conquistare il municipio. E il centrosinistra feltrino, diversamente da quello di Belluno, sarà compatto, con almeno cinque liste.

L’annuncio - in una versione che più formale non si può - arriva a metà mattina. «Il coordinamento del circolo del Pd (...) dopo aver incontrato nelle scorse settimane forze politiche ed associazioni e dopo un’attenta riflessione sui bisogni e sulle necessità della città di Feltre ha approvato la proposta di sostegno alla candidatura di Paolo Perenzin a sindaco». La proposta dovrà essere ratificata dall’assemblea degli iscritti al circolo, convocata per il 3 marzo. Ma è una formalità, perché la scelta è fatta.
La cronaca della serata, invece, va ricostruita come un puzzle, mettendo insieme i soliti “pissi pissi” e qualche sfogo trattenuto a stento. Che il gruppo dei venti delegati non fosse compatto, era cosa nota. Da una parte c’erano quelli convinti che sostenere Perenzin fosse una concessione troppo generosa a Sel - partito di provenienza del giovane candidato, che però correrà con una sua lista - alla luce della frattura di Belluno, dove i vendoliani non sosterranno apertamente (almeno per ora) Claudia Bettiol. In questa frangia il più determinato a far saltare l’appoggio a Perenzin era Andrea Bona, che avrebbe preferito una figura più moderata e dunque Dino Cossalter. Il quale, però - dicono i bene informati - non sarebbe stato il leader del Pd ma di una lista tutta sua e, in caso di elezione, di una giunta aperta anche alla partecipazione del centrodestra, al punto che per il vicesindaco sarebbe stato preso in considerazione il nome di Ennio Trento.
Dall’altra parte della barricata, i più convinti sostenitori di Perenzin: difensori dell’autonomia decisionale di Feltre rispetto a Belluno e pronti a far notare che negli ultimi dieci anni, ma soprattutto negli ultimi cinque, il giovane consigliere comunale della Sinistra feltrina è stato sempre allineato con l’azione del gruppo consiliare del Pd, a dimostrazione che c’è totale identità di vedute e di programma fra Perenzin e i democratici.
La svolta è arrivata quando la frangia contro Perenzin ha cominciato a scoprirsi minoritaria. Andrea Bona ha lasciato l’assemblea e quelli che erano con lui si sono resi conto di non poter contare sulla sponda della segretaria provinciale Lidia Maoret, la posizione della quale è stata neutrale e, infine, rispettosa dell’autonomia di scelta del circolo. Al voto, Perenzin ha incassato il sostegno unanime dei presenti (con la sola astensione della Maoret). E ieri sera, smaltita la tensione, anche la segretaria cittadina Dolores Bortolas si è lasciata andare a qualche considerazione meno formale della nota diffusa in mattinata. «Abbiamo trovato una convergenza e fatto un buon lavoro, per questo sono serena. C’erano visioni diverse, tutte rispettabili e tutte in buona fede. Ma ho sempre detto che avremmo ragionato per il bene di Feltre e con la testa di Feltre. Così è stato e credo che alla fine siamo arrivati alla scelta migliore. Per il nostro circolo questa scelta è Perenzin e adesso siamo pronti a lavorare con lui».

1 commento:

  1. Se guardano la pagina del giornale possono ritenersi soddisfatti, o preferivano "centro-sinistra spaccato"?

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