PER L'EQUITA' FISCALE VOLANTINO

Per l’equità fiscale
                     
Il Governo deve cambiare la sua politica fiscale per il lavoro e le imprese; garantire
la tutela dei redditi per i pensionati e le fasce più deboli, soprattutto per giovani e
precari; riportare in capo alla Conferenza Stato-Regioni e Parti Sociali la definizione
dei contenuti dei Decreti attuativi del federalismo.
Per la CGIL non si possono fare riforme sacrificando i livelli essenziali e costituzionali
di cittadinanza per le persone.
Il progetto del Governo di scaricare i problemi drammatici prodotti dai tagli e dal
disinvestimento pubblico sui servizi ai cittadini (dalle politiche sociali, alla sanità, alla
sicurezza, al trasporto pubblico locale, ecc) sugli Enti Locali attraverso un federalismo
senza risorse produrrà solo disastri.
Il vero problema non è il decentramento del prelievo ma su quale ricchezza si fa il
prelievo.

UN FISCO GIUSTO A SOSTEGNO DELLO SVILUPPO

La Nostra Proposta

La CGIL rivendica l’aumento della tassazione sulle rendite finanziarie (dal 12,5% al 20%);
l’introduzione di un’imposta sulle grandi ricchezze (oltre gli 800mila euro); l’istituzione di
una tassa sulle transazioni finanziarie di breve durata; la revisione della struttura dell’IRPEF
attraverso l’incremento della detrazione da lavoro dipendente e l’uniformità della detrazione
da pensione a quella del lavoro dipendente; l’innalzamento e l’unificazione delle attuali quote
esenti per i redditi da lavoro e da pensione; la riduzione della prima aliquota dal 23% al 20%,
per favorire i redditi medio-bassi, e della terza dal 38% al 36%; l’istituzione di uno strumento
di sostegno unico per le famiglie con figli che integri gli attuali Assegni per il Nucleo Familiare
e le detrazioni IRPEF per figli a carico; il bonus fiscale per coloro che non sono in grado di
usufruire appieno delle detrazioni spettanti (gli incapienti); le misure fiscali a sostegno delle
nuove generazioni, anche nell’ambito di nuove professioni, partendo da agevolazioni fiscali che
favoriscano attività di studio, formazione, creatività e superino forme di tassazione improprie.
Per quanto concerne la tassazione sulle imprese, 
la CGIL ritiene che vadano previste forme
articolate di credito di imposta sugli investimenti in ricerca, innovazione, green economy,
nell’ambito di un più ampio disegno di politica industriale e di un più vasto sistema premiale
per le imprese che tenga conto anche della loro responsabilità sociale e della loro capacità di
creare (buona) occupazione aggiuntiva, in particolare al Sud.
Il Governo deve cambiare la sua politica fiscale per il lavoro e le imprese; garantire
la tutela dei redditi per i pensionati e le fasce più deboli, soprattutto per giovani e
precari; riportare in capo alla Conferenza Stato-Regioni e Parti Sociali la definizione
dei contenuti dei Decreti attuativi del federalismo.
Per la CGIL non si possono fare riforme sacrificando i livelli essenziali e costituzionali
di cittadinanza per le persone.
Il progetto del Governo di scaricare i problemi drammatici prodotti dai tagli e dal
disinvestimento pubblico sui servizi ai cittadini (dalle politiche sociali, alla sanità, alla
sicurezza, al trasporto pubblico locale, ecc) sugli Enti Locali attraverso un federalismo
senza risorse produrrà solo disastri.
Il vero problema non è il decentramento del prelievo ma su quale ricchezza si fa il
prelievo.