Comunicato contro la guerra in Libia

La decisione del governo italiano di aderire alle richieste degli Stati Uniti  e della NATO e di partecipare attivamente ai  bombardamenti aria-terra contro le truppe libiche di Gheddafi segna un grave salto di qualità nel coinvolgimento del nostro paese in un conflitto che, dopo un mese dalsuo inizio, appare in un una fase di stallo.

E’ chiaro che non c'è l' intenzione di sostenere una soluzione negoziata alla guerra che sta insanguinando il paese. Un tale scenario  rischia di degenerare ulteriormente in guerra totale, nella quale le prime vittime saranno e sono le popolazioni civili da una parte e dall’altra. Crimini di guerra si registrano ormai quotidianamente, i bombardamenti sulle città si susseguono, da Misurata a Tripoli, senza che la comunità internazionale sia in grado di verificare l’entità dei danni alle infrastrutture ed alle popolazioni civili a tutela delle quali il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha autorizzato l’intervento. Risulta evidente come una missione partita senza una chiara finalità si è  progressivamente trasformata  in un’operazione che nulla ha a che vedere con  l' obiettivo di proteggere i civili e svela definitivamente le sue ambiguità e contraddizioni, dimenticando il passato coloniale italiano quando decine e decine di migliaia di civili  libici furono uccisi nei bombardamenti aerei. Con le bombe umanitarie dei Tornado si compie oggi un’ulteriore attacco alla nostra Costituzione, si allarga la zona d’ombra che ha permesso finora al nostro paese di partecipare a conflitti armati quali quello in Irak ed Afghanistan.

Da oggi il governo italiano, persino con l'appoggio della opposizione presente in Parlamento, rinuncia a svolgere un ruolo nella soluzione diplomatica della crisi optando definitivamente per lo strumento militare. 

Sinistra Ecologia e Libertà esprime la sua netta opposizione alla decisione di partecipare ai bombardamenti in Libia, ulteriore punto di un’ escalation iniziata nei giorni scorsi con l’invio di istruttori militari in supporto alle operazioni delle forze del governo di transizione di Bengasi. L’Italia deve piuttosto attivarsi, come fanno altre nazioni non belligeranti, per  un cessate il fuoco immediato e l’avvio di un negoziato tra le parti in conflitto, sulla scorta delle proposte fatte dall’Unione Africana e riprese da alcuni paesi latinoamericani e dalla Russia,  affinché si ponga fine allo spargimento di sangue, in sostegno ad un  processo di transizione  nel quale il popolo libico possa scegliere definitivamente con quali modalità chiudere l’era di Gheddafi e costruire un futuro di pace, libertà e democrazia.

Per questo Sinistra Ecologia Libertà chiede ai parlamentari veneti, alla Regione Veneto, agli Enti Locali, di farsi interpreti dei sentimenti di pace e di cooperazione dei  nostri cittadini e di chiedere al Parlamento e al Governo di non procedere lungo la  strada del conflitto armato che genera vittime civili, lutti, odii, povertà, comportamenti disumani e possibili ritorsioni contro il nostro paese. Con la rigorosa osservanza delle norme costituzionali e dei diritti umani è obbligatorio intraprendere esclusivamente  politiche di pace,  immediate iniziative per far cessare l'uso delle armi per far prevalere l'azione diplomatica ed istituzionale.

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