Perenzin candidato fa il pieno di consensi e scuote gli alleati
 
“La rete esulta per la disponibilità del giovane consigliere di Sel…

FELTRE 07 gennaio 2011 Corriere delle Alpi  - articolo di Cristiano Cadoni
Alle dieci del mattino il cellulare di Paolo Perenzin ha già trillato una decina di volte. Un paio di telefonate, molti messaggi. Il tono è a metà fra lo stupore e l’esultanza: “Allora è vero? Ti candidi?”.
Lui risponde che sì, si può fare: «Ora vediamo, la voglia c’è».
A metà giornata nel gruppo Facebook che ha scelto Paolo “per cercare di correre lontano” gli iscritti sono abbondantemente più di quattrocento. In poche ore, una quarantina di adesioni. E il primo commento rispecchia un pensiero comune:
«Finalmente un giovane è sceso in campo per la città». Attorno al giovane consigliere della Sinistra feltrina si consolida rapidamente un gruppo trasversale, carico di energia e di entusiasmo. E il centrosinistra deve improvvisare una reazione per non farsi sorprendere dall’annuncio e dalla corrente.


«Noi siamo felici», dice il segretario provinciale di Sinistra ecologia e libertà, Diego Pauletti. «Della candidatura di Paolo abbiamo parlato a lungo, mancava solo il suo annuncio. Ora il centrosinistra deve appoggiarlo con convinzione, perché in questi anni ha dimostrato di essere la persona più adatta per guidare la coalizione. Sappiamo che amministrare Feltre, con la crisi che c’è, sarà un compito durissimo. Ma Perenzin ha la sensibilità e la capacità per vincere questa sfida e per affrontare temi difficili come il lavoro, l’ambiente, lo sviluppo».

Ma Pauletti sa che la disponibilità ancora non significa candidatura. E dunque si affretta a fare due precisazioni: «Se sarà lui il leader della coalizione, vorrei che non venisse considerato un candidato di Sel. Perché mai come in questo caso sarebbe il rappresentante di tutto il centrosinistra. E poi, certo, c’è un percorso di condivisione da fare, sul candidato e sul programma. E noi non ci sottraiamo, a condizione che si superino certe tentazioni, come quella di aprirsi al centro. Io credo che la coalizione ci sia già, sia quella conosciuta e collaudata. E che per il centrosinistra sia il momento di scendere il piazza, di cominciare a parlare e di proporsi alla città. I tempi stringono».
E infatti le scadenze sono distanti pochi fogli, sul calendario di questo mese che è già pre-elettorale. Il Pd, un po’ sorpreso dall’annuncio, prova a riportare la corsa al municipio sui binari prestabiliti. «Prendiamo atto della disponibilità di Perenzin, ma per adesso continueremo a concentrarci sul programma», dice la segretaria cittadina Dolores Bortolas. «Fra pochi giorni presenteremo la nostra idea di città. Ci abbiamo lavorato per mesi, siamo pronti ed è da questo progetto che vogliamo partire per vincere le elezioni. I nomi verranno dopo, adesso è prematuro. E poi non c’è soltanto Paolo, per rispetto verso tutti credo che sia giusto concentrarci sulle cose da fare»….

Perenzin è pronto «Feltre ha bisogno di cambiamento»
Il consigliere della sinistra parla già da candidato sindaco «Ripartiamo da un confronto sui bisogni veri della città»


06 gennaio 2011 Corriere Alpi  articolo di Cristiano Cadoni
Su Facebook c’è una pagina che ha un titolo insolitamente lungo: “Per cercare di correre lontano vorremmo che fosse Paolo il nostro sindaco”. I membri, tutti di Feltre o delle immediate vicinanze, sono 374 e da settimane discutono soprattutto di due questioni: come convincere Paolo Perenzin a candidarsi alla successione di Vaccari e se il compito di sostenere questa corsa debba essere di una lista civica o del centrosinistra con il quale il “prescelto” fa squadra da anni e del quale, nonostante l’età, è diventato una guida.
Da oggi metà del dibattito si può archiviare con soddisfazione generale degli iscritti al gruppo. Dopo quattro mesi di riflessioni, verifiche e confronti,  
Perenzin rompe gli indugi. Non c’è più nessun ostacolo alla sua candidatura. E questo significa che, aldilà di tutte le formule dubitative che la politica impone, il centrosinistra di Feltre ha trovato (ma sarebbe meglio dire ritrovato, visto che l’accordo sul nome era già stato raggiunto a settembre) il suo leader naturale, quello che negli ultimi anni si è imposto sulla scena cittadina come il più carismatico, autorevole e competente avversario dell’amministrazione Vaccari.
«Ci ho dovuto pensare soprattutto perché volevo capire se un mio eventuale impegno fosse compatibile con il mio lavoro, ossia con l’insegnamento», attacca Perenzin. «Fra cinque o dieci anni non vorrei trovarmi nella condizione di dover fare il politico di professione perché non ho un lavoro. Quando ho capito che fare il sindaco non sarebbe un impedimento sotto questo punto di vista, ho cominciato ad ascoltare tutti quelli che mi spingevano a candidarmi. E tra questi ci sono anche tante persone che non sono della mia parte politica, che dei partiti quasi non parlano».

Cosa ti ha colpito soprattutto?
«La voglia di cambiamento, questa necessità di dare una svolta, di rompere gli schemi, di cambiare il modo con cui si guida la città. È un’urgenza che si respira, che si avverte in modo molto chiaro. E poi si sente la necessità di ricominciare da un progetto che tenga conto dei bisogni reali di Feltre. Nessuno ha in testa progetti faraonici, di soldi ce ne sono pochi e si sa. Ma tutti hanno voglia di parlare di chi siamo, di cosa vogliamo, di cosa possiamo fare per stare meglio e per aumentare la qualità della vita di questa città. Di fronte ad un’apertura così vasta e di fronte a questo entusiasmo, la mia disponibilità può diventare una candidatura, anche al di fuori di uno schema classico».

Questa tua frase farà preoccupare qualcuno nel centrosinistra...
«Tutti conoscono la mia storia e sanno da dove vengo. Ma credo che sia giusto prima di tutto intercettare questa voglia di cambiamento che non passa per i soliti percorsi, che non segue i soliti meccanismi. Poi, certo, dipende da quante di queste persone si spenderanno davvero per un cambiamento. Perché una persona sola non basta».

E nel centrosinistra cosa diranno?
«C’è un percorso politico da fare e dovrà essere fatto. Tutte le anime della coalizione ragionano sul programma e sui nomi. E proprio per rispetto verso questo percorso io annuncio oggi la mia disponibilità, in modo che ci siano tempo e modi per confrontarsi».

...e anche per fare le primarie.
«Perché no? Potrebbe essere utile per crescere, per confrontarsi, per innescare un circolo virtuoso. E anche per sgombrare il campo dalla sensazione che siano sempre e solo i partiti a scegliere. Se c’è qualcuno che ritiene di essere rappresentativo, che ha voglia di provarci, che ha idee da mettere in gioco, è giusto che le primarie si facciano. Se invece si trovasse subito una convergenza, allora se ne potrebbe anche fare a meno. Non siamo obbligati, è solo un’opportunità».

Finora però si è avuta la sensazione che il gruppo di consiglieri comunali del centrosinistra sia più unito di quanto non lo siano le varie forze della coalizione.
«Succede perché noi lavoriamo tutti i giorni su questioni concrete e su queste rinnoviamo costantemente la nostra alleanza. Ma io credo che questa sintonia possano averla anche i partiti, tra loro e con la società. L’importante è capire che a Feltre c’è molto di più di quello che i partiti rappresentano oggi. La sfida dev’essere quella di portare fuori quello che non ha un volto, una voce. Negli anni ’60 e ’70 la Dc, il Psi, il Pci sapevano farlo, oggi c’è una larga parte della società che non si sente rappresentata. Che vive nelle associazioni, nelle categorie, nello sport, ma poi non trova un riferimento nella politica. Ecco, dare voce a queste persone dovrebbe essere la sfida di tutti quelli che si candideranno a guidare la città nei prossimi anni».

Anche perché Feltre si sta dimostrando molto meno pigra e rassegnata di come la si dipingeva.
«È una città ricca di iniziative che nascono dal basso, è propositiva. E c’è tanta voglia di partecipazione. La vicenda dell’Altanon e le scelte sull’urbanistica hanno dimostrato che la politica spesso è indietro, non sa assecondare le richieste dei cittadini. Direi addirittura che in questi anni la richiesta di coinvolgimento è aumentata, anche perché chi amministrava si è isolato, convinto com’era di poter decidere da solo. Bisognerà trovare un sistema per far funzionare sempre meglio la partecipazione reale. L’assemblea sul piano di Mugnai è stata illuminante, è emersa con forza la voce dei cittadini. Ed è successo così tutte le volte che il consiglio si è aperto alla città o è andato direttamente nelle frazioni».

Questo è già un programma elettorale...
«Naturalmente ho un’idea di città, ma ci sarà tempo per parlarne. Ora credo che il punto di partenza più giusto sia proprio quello che tutti suggeriscono: individuare i bisogni veri di Feltre. Poi ci confronteremo sul traffico, sulla cultura, sull’ambiente... E sarà compito di tutti portare un contributo. Siamo soltanto all’inizio».


Perenzin forse con una civica.  Centrodestra senza un nome
 
FELTRE La candidatura di Paolo Perenzin, annunciata venerdì, sblocca di colpo tutte le manovre in vista delle elezioni comunali della prossima primavera. In entrambi gli schieramenti la decisione del...
 

FELTRE 09 gennaio 2011
La candidatura di Paolo Perenzin, annunciata venerdì, sblocca di colpo tutte le manovre in vista delle elezioni comunali della prossima primavera. In entrambi gli schieramenti la decisione del consigliere della Sinistra feltrina ha l’effetto di un piccolo terremoto, con immediate ripercussioni sia nelle liste che nelle alleanze.
Nel centrosinistra la situazione è fluida, ma con prospettive rapide di definizione. Il partito democratico dovrebbe presentare a giorni il suo programma, per poi aprire un confronto con gli alleati sul leader. Ma anche se altri nomi sono stati presi in considerazione come alternativa a Perenzin, la rosa è destinata a restringersi rapidamente. Semmai il dibattito si sta sviluppando sulla formazione dell’alleanza, perché Perenzin ha fatto capire di non escludere l’eventualità di presentarsi a capo di una lista civica, composta da molti giovani e in grado di combattere alla pari con i Cinque stelle sul terreno del voto under 30. Accanto alla sua lista personale, il giovane candidato potrebbe avere le liste di Sel, del Pd e dell’Idv (che ha già presentato la sua squadra, con Funes capolista).
Nel centrodestra, invece, perde quota la candidatura dell’attuale vicesindaco Ennio Trento, non proprio entusiasta di giocarsi la successione di Vaccari contro Perenzin. Nell’accordo per la fine della recente crisi in Comune, il Pdl ha strappato alla Lega un via libera alla scelta del candidato. Ma, escluso Bond, che resterà in Regione, fra i pidiellini non è stato ancora individuato un nome forte. Peraltro non si esclude che l’alleanza con la Lega salti, anche alla luce di quello che sta succedendo a Belluno.
Al centro, infine, ci saranno l’Udc e la lista di Torresin, ma senza Piolo. Quest’ultimo potrebbe anche mettere in piedi una lista civica, sulla scia del fortunato esperimento di NoiFeltre.

Nessun commento:

Posta un commento