Fiat, l’appello di Micromega
“Noi con la Fiom” 


Dopo il no del sindacato dei metalmeccanici a 'firme tecniche' all'accordo di Mirafiori, la rivista lancia una petizione, a cui hanno aderito Camilleri, Hack, Flores D'Arcais e altri intellettuali
La segreteria nazionale della Fiom ha risposto picche all’invito del segretario generale della Cgil a firmare, sia pure in forma tecnica, l’accordo separato di Mirafiori. “Le firme tecniche non esistono”, ha spiegato il segretario generale dei metalmeccanici, Maurizio Landini mentre il presidente del Comitato centrale della Fiom, Giorgio Cremaschi, ha ricordato i precisi vincoli statutari che impongono al sindacato di non firmare quell’accordo. La situazione si è dunque fatta tesa tanto che la stessa segreteria nazionale della Fiom ha chiesto un incontro urgente alla segreteria Cgil, formalmente per “respingere assieme il disegno messo in atto dalla Fiat” ma più sostanzialmente per evitare l’estensione del conflitto. Anche perché, in corso Trieste vedono all’opera diverse pressioni affinché la Cgil regoli una volta per tutte i conti con i “duri” della Fiom magari spingendo questi ultimi a una scissione.

Maurizio Landini ha definito “solo propaganda” questa eventualità che, infatti, non è contemplata da nessuno dentro la Fiom. Che i rapporti siano complessi lo dimostra anche “l’ingerenza” di un ex segretario della Cgil, come Sergio Cofferati, che si è schierato con molta determinazione a fianco della Fiom, cioè dalla parte di coloro che lo hanno sempre osteggiato. “In effetti le cose cambiano”, dice Giorgio Cremaschi che ha fatto notare che proprio i recenti deliberati della Cgil in materia statutaria (la n. 4) impediscono la “sottoscrizione dell’accordo” in presenza di “lesioni dei diritti dei lavoratori, pensionati e disoccupati, sanciti dalle leggi e dalla contrattazione collettiva nazionale”.

La cosa curiosa è che la norma è stata approvata lo scorso novembre dal Direttivo della Cgil con il voto contrario proprio di Cremaschi e degli altri dirigenti Fiom. La Fiom dunque non firma e, anzi, si prepara a definire il referendum previsto per il 18-20 gennaio come “illegittimo”, anche se gli iscritti di Mirafiori daranno vita a un “Comitato per il No”. Contestualmente il sindacato di Landini prepara lo sciopero generale del 28 gennaio. E per questo da domani avvierà incontri specifici con l’Idv, il Pd e i partiti della sinistra radicale. E alla Fiom arriva anche il sostegno della “società civile” tramite un appello che verrà lanciato oggi sul sito di MicroMega.

L’appello è firmato da Andrea Camilleri, Margherita Hack, Paolo Flores d’Arcais ed ancora Antonio Tabucchi, Dario Fo, Franca Rame, don Andrea Gallo, Gino Strada. “Il diktat di Marchionne, che Cisl e Uil hanno firmato, contiene una clausola inaudita: la cancellazione dei sindacati che non firmano l’accordo”, si legge nel testo. “Questo incredibile annientamento di un diritto costituzionale inalienabile non sta provocando l’insurrezione morale che dovrebbe essere ovvia tra tutti i cittadini che si dicono democratici. Eppure si tratta dell’equivalente funzionale, seppure in forma post-moderna e soft (soft?), dello squadrismo contro le sedi sindacali, con cui il fascismo distrusse il diritto dei lavoratori a organizzarsi liberamente”. Per questo, “ci sembra che la richiesta di sciopero generale, avanzato dalla Fiom, sia sacrosanto e vada appoggiato in ogni modo”.