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DIAMOCI UN TAGLIO! ALLE SPESE MILITARI
L’Italia spende oltre 25 miliardi di euro per la difesa militare, pari a
 circa l’1,4 per cento del proprio prodotto interno lordo. Percentuale 
ben più rilevante dello 0,9 per cento dichiarato ufficialmente dal 
Governo,che divide la spesa su ministeri diversi, occultando l’ammontare
 reale del bilancio militare. Il contrario di ciò che accade in altri 
paesi europei.
Si tratta di un volume di spesa ingiustificato nell’attuale situazione 
internazionale, tanto più nel momento in cui si chiede ai cittadini 
italiani di sopportare una manovra iniqua che 
preferisce tagliarla spesa
 sociale e il trasporto pubblico piuttosto che rinunciare a qualche 
cacciabombardiere.
Altri Paesi hanno già annunciato recentemente significative 
ristrutturazioni della propria spesa militare, come ad esempio la Gran 
Bretagna dove un governo conservatore ha deciso tagli dell’ordine 4-5 
miliardi l’anno rinunciando ad aerei, carri armati, portaerei.
Oggi più che mai è necessario investire nella scuola, nella sanità, 
nella cultura, nell’edilizia pubblica e popolare per ridurre e invertire
 la tendenza al progressivo depauperamento dei lavoratori e dei 
pensionati.
La spesa militare può essere ridotta già dal prossimo anno di almeno 1,5
 miliardi di euro attraverso l’uscita dal programma JSF, il totale 
ritiro dall’Afghanistan, la cancellazione del programma per ulteriori 4 
fregate FREMM, la cancellazione del programma missilistico MEADS; con il
 consolidamento di questi provvedimenti e con l’attuazione di altri 
quali la soppressione del 50% delle unità corazzate e di artiglieria, la
 riduzione del numero delle basi dell’Aeronautica militare, la messa in 
riserva di unità navali, la soppressione dell’indennità di ausiliaria, a
 partire già dal 2013/2014 il risparmio realizzato si può calcolare in 
circa 2,5 miliardi l’anno; entro il quinquennio successivo è possibile 
raggiungere un risparmio complessivo di circa 4,5 miliardi l’anno 
mediante la riduzione di 30 mila unità degli organici delle Forze 
armate, la cancellazione di altri programmi di armamento, la progressiva
 sostituzione di personale militare addetto a funzioni ministeriali, 
amministrative e logistiche con personale civile, l’aggregazione dei 
reparti dell’Esercito in un minor numero di strutture, cosa possibile 
essendo quelle attuali sottoutilizzate.
Per questi motivi, i sottoscritti cittadini italiani
C H I E D O N O
che il Parlamento e il Governo adottino urgentemente provvedimenti per 
ridurre la spesa militare del nostro Paese di 1,5 miliardi di euro nel 
2012 e di 2,5 miliardi negli anni successivi, con l’obiettivo nel medio 
termine di una riduzione tale da riportare la nostra spesa effettiva 
sotto lo 0,9 per cento del Pil contro l’1,4 per cento effettivo di oggi 
con un diminuzione in termini assoluti di circa 4,5 miliardi di euro 
l’anno;
che vengano pertanto adottati immediati provvedimenti per:
- il ritiro completo delle truppe italiane dall’Afghanistan entro il 2012;
 - il ritiro immediato dell’Italia dal programma per il caccia statunitense JSF;
 - la riduzione o cancellazione di programmi di armamento come le fregate FREMM, i missili MEADS, le nuove unità di assalto anfibio
 
che vengano inoltre attivati programmi di ristrutturazione delle forze 
armate con la riduzione di circa 30 mila unità le dotazioni organiche 
rispetto alla forza attuale di 190 mila militari, la progressiva 
sostituzione negli incarichi non militari o puramente amministrativi di 
personale militare con personale civile, che vengano eliminati sprechi e
 ingiustificati privilegi. 
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