da L'Unità del 07.06.2012
Vendola teme la trappola: «Non pensino di escludermi»
Nichi Vendola è molto irritato con il Pd. Anche con Bersani, nonostante
il rapporto tra i due segretari sia solido. Il leader di Sel ha
investito sul rapporto con questo Pd a trazione bersaniana, nella
scommessa di costruire un nuovo centrosinistra e, in nome di questo
obiettivo, si è più volte tenuto a freno nelle critiche all’alleato. Non
ieri, quando ha sparato a zero insieme a Di Pietro sulle nomine nelle
authority, condivise dal Pd: «Una ferita che rende meno credibile
l’alternativa e apre scenari problematici anche per eventuali coalizioni
». Alla buvette di Montecitorio, è ancora più esplicito: «Se continuano
così io non riesco a reggere un altro anno, la gente è imbufalita, ci
chiede di essere diversi anche nei comportamenti e loro fanno queste
figure...». L’altro te
ma che appensantisce i rapporti è quello delle
primarie. Da due anni il leader di Sel si candida per guidare il
centrosinistra, «ma da mesi mi sono imposto di non parlare più di
primarie per non passare da disturbatore...». Ora però che Bersani ha
aperto a questa prospettiva, Vendola è sospettoso. Primarie del Pd o di
coalizione? Il margine di ambiguità lasciato finora dal leader
democratico non rassicura. E così il presidente della Puglia ribadisce:
«Se ci saranno le primarie della coalizione mi candiderò». Toni ancora
morbidi, in attesa della relazione di Bersani domani alla direzione Pd.
Da cui Vendola si aspetta parole chiare. Pronto a far partire un «fuoco
di sbarramento» nel caso in cui i democratici decidessero per una
competizione interna al partito. «Non si illudano che noi poi ci si
adegui», spiega un fedelissimo del governatore. «Fare primarie di
partito sarebbe un atto di guerra, questo è il momento di aprirci alla
società, non di curare i

rapporti tra le correnti del Pd». E ancora: «Se
insistono sull’autosufficienza, non contino sul fatto che noi si possa
accettare una “separazione consensuale”, come nel 2008 tra Bertinotti e
Veltroni». Vendola esclude è di entrare nel Pd per partecipare alle
primarie: «Non voglio essere annesso...». Esclude anche un’eventuale
rimozione dell’orecchino, nella corsa per le primarie o anche dopo, in
caso di vittoria. «Toglierlo? Mai».Esnocciola i punti chiave del suo
programma da candidato: reddito di cittadinanza,
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