TERRA NOSTRA


Sinistra Ecologia Libertà, SEL promuove una campagna sul suolo: TERRA NOSTRA, riassetto idrogeologico, adattamento, messa insicurezza e cura del territorio sono la prima urgente grande opera pubblica di cui ha bisogno l’Italia.

Le risorse necessarie al riassetto idrogeologico, all’adattamento,alla messa in sicurezza e alla cura del territorio si aggirano sui 40 miliardi di Euro mentre quelle realmente investite negli ultimi 20 anni sono state appena 400 milioni. Al contrario per indennizzi, ricostruzioni e riparazione dei danni a posteriori si sono spesi (male e molto spesso per ricostruire negli stessi luoghi interessati da inondazioni e frane) 52 miliardi di euro in cinquant’anni e se sommiamo gli indennizzi post terremoti la cifra arriva a 213 miliardi di euro.
L’assenza di qualsiasi riferimento ai temi della qualità dello sviluppo e alla sostenibilità
ambientale nel discorso di insediamento del Presidente del Consiglio ci ha delusi e ci preoccupa perché sono migliaia i cittadini italiani in lotta da mesi con il fango. Tra economia ed ecologia vi sono molti più intrecci di quelli che tanti economisti  assai poco innovatori e riformatori riescono a vedere: un territorio sicuro per i cittadini e per le attività produttive è la condizione prima di qualsiasi sviluppo possibile, un paesaggio di qualità è la ricchezza fondamentale dell’Italia. Non possiamo più sprecare soldi e natura, non vogliamo perdere altre vite umane Va colto appieno l’aggravamento dell’intreccio fatale tra cambiamento climatico e scarsa cura del territorio. Gli eventi estremi (periodi di siccità alternati a piogge violente che arrivano fino al 18-25% in più di intensità, rendono ancora più a rischio un territorio già fragile ( 250.000 ettari ingoiati dal cemento ogni anno, 47% del territorio colpito dal dissesto). Dal 1998 ( tragedia di Sarno) al 2007, secondo stime Ispra ci sono state un centinaio di vittime e 7,5 miliardi di danni cui vanno aggiunti quelle degli ultimi 4 anni. 

Noi crediamo che  la cura del territorio sia una grande riforma e come tale la proponiamo alle forze sociali, politiche, economiche e al Governo. E ne facciamo da oggi un impegno costante del nostro lavoro politico attraverso una campagna di discussione e consultazione che svilupperemo nazionalmente e in tutte le regioni e negli Enti Locali dove siamo presenti anche attraverso proposte precise ed iniziative istituzionali.

Le prime proposte elaborate dal forum nazionale SEL “beni comuni e territorio” (forum sel beta) sono:

-L’adozione da parte del Governo di un piano decennale ordinario per la messa in sicurezza stimabile in 40 miliardi di euro totali  e finanziato annualmente dal 10% delle risorse che deriverebbero dalla Patrimoniale (1,5 miliardi su un totale che si aggirerebbe sui  15 miliardi), da un taglio delle spese militari quantificabile in circa 1,5 miliardi , da maggiori entrate derivanti dal contributo di solidarietà (fino al 20 per cento) da applicarsi ai cosiddetti “ patrimoni rientrati con lo scudo fiscale” e per il primo anno anche dallo storno delle risorse attualmente destinate al Ponte sullo Stretto di Messina, un’opera che non riteniamo prioritaria. Fino ad un totale di 4 miliardi l’anno.

- La richiesta ai Comuni di redigere entro 6 mesi  Piani attuativi minimi per la messa in sicurezza e la delocalizzazione basati sui seguenti criteri: rinaturalizzazione dei fiumi e di tutti i piccoli e grandi corsi d’acqua , ristabilimento delle aree di esondazione dei fiumi e delle aree golenali, pulizia degli alvei e sistemazione degli argini, pulizia di tutti i percorsi in cui scorre acqua piovana (fossi, torrenti urbani, tombini, fognature), riforestazione delle aree pedemontane. La rinaturalizzazione dei corsi d’acqua può oltretutto far riscoprire anche antichi usi dell’energia idrica per il cosiddetto micro e medio idroelettrico.

 -Una norma nazionale che si propone ai Comuni e alle Regioni di recepire in tempi brevissimi (date le competenze in materia soprattutto delle Regioni) volta ad impedire nuove costruzioni in tutte le aree di pertinenza fluviale e nelle aree contigue e il consumo  ulteriore  di suolo agricolo.                                                                                                                                   
- L’ istituzione di un Servizio Civile Giovanile Regionale (della durata di sei mesi e retribuito) dedicato a lavori di manutenzione e ripulitura in accordo con i Comuni e la protezione civile.  L’esempio di Genova  nato sulla Rete e la massiccia partecipazione giovanile è stata stupefacente e da quella esperienza dovremmo trarre insegnamento. Spesso si parla di New Deal ,ebbene vorrei ricordare che nell’America di quegli anni, con grandi problemi di dissesto idrogeologico,  il 14 marzo 1933, dieci giorni dopo essersi insediato alla Casa Bianca, il Presidente  Roosevelt  istituì i “Civilian  Conservation  Corps”. 300.000 americani  dai 18 ai 25 anni, disoccupati furono messi al lavoro nei boschi e sui fiumi. Negli anni successivi, in varie campagne, due milioni di giovani lavoratori, complessivamente, piantarono 200 milioni di alberi, ripulirono il greto dei torrenti, ristabilirono aree golenali .Dunque si può fare, traduciamolo in italiano e proviamo a farlo.

- Il rafforzamento della filiera delle competenze, con  un forte tasso di innovazione sia nella formazione delle nuove professioni 'verdi'(sono sempre di più le università che offrono corsi di laurea  in difesa e manutenzione del territorio,quali La Sapienza di Roma, Udine,Pavia) sia nella valorizzazione di geologi (oggi poche centinaia, con una flessione del 17% nelle iscrizioni ai corsi di laurea dal 2002 al 2009), ingegneri naturalistici, metereologi e climatologi, architetti paesaggisti, urbanisti ecocompatibili, agricoltori con funzioni di presidio del territorio. E' necessario un incremento in quantità e qualità di questi nuovi lavori verdi.

- L’istituzione  della figura  di  “ecologo condotto” per ogni Comune o territorio di più comuni con il compito di individuare le strategie di adattamento e mitigazione degli effetti del cambiamento climatico,coniugate a buone pratiche di manutenzione del territorio

- “Adottare i fiumi” : il coinvolgimento delle Associazioni ambientaliste, del Volontariato e dei singoli cittadini  in progetti pilota sul modello di quelli attuati da alcune associazioni per la pulizia delle spiagge e che riguardi invece il prendersi cura da parte delle comunità locali dei corsi d’acqua che sono nel proprio territorio.

-  Incentivi fiscali alle attività agricole nelle aree a rischio idrogeologico e nelle aree svantaggiate. Affidamento diretto dei lavori di manutenzione e cura del territorio, di riforestazione, di rinaturalizzazione agli agricoltori e alle aziende agricole, come peraltro già previsto dalla L.97/94  e dalla L. 228/01 dando corso ad una idea di azienda agricola multifunzionale quasi mai attuata. Con la possibilità di sgravi fiscali  fino al 55% sul modello di quelli che furono a suo tempo previsti per i lavori di manutenzione in edilizia  ( con i necessari adeguamenti) e che diedero un ottimo esito. Assegnazione ,tramite bando pubblico, delle aree agricole di proprietà pubblica ai giovani agricoltori e contributo per il reinsediamento delle aziende agricole.
 
Il coordinamento nazionale di SEL e il Forum nazionale SEL BETA “beni comuni e territorio” promuovono nelle prossime settimane e mesi una campagna di discussione e di consultazione su queste proposte con iniziative e approfondimenti nelle Regioni, nei Comuni, nei bacini idrografici, aperte a tutte le forze sociali ed economiche, alle associazioni, ai tecnici e agli operatori del settore.

Roma 23 Novembre 2011

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