Vendola a Bersani: basta con la politica arrogante
Nichi Vendola al segretario del Pd Pierluigi Bersani:
"A
lui dico che la politica è diventata arrogante perché non ha più potere,
è inginocchiata alle grandi lobby. Sembra che non si possa mettere in
discussione un mondo in cui una vita vale molto ma molto meno di una
piccola percentuale di profitto".
Parole che rinnovano le critiche di Sinistra Ecologia e Libertà al Partito Democratico per un sostegno troppo convinto al governo delle banche e della finanza.
"E' stato Dio - ha aggiunto - che ci ha comandato di vivere in questo mercato in cui siamo solo clienti e non siamo più cittadini?
I soldi spaccano il senso di cosa produrre e di perché produrlo. Se il prodotto finale è la devastazione del nostro senso di umanità forse vale la pena di fermare tutto. Tutti noi che dirigiamo partiti del centrosinistra dobbiamo sentire la gravità del momento" e comprendere che si stanno accumulando "paura, disincanto
e rabbia ceca".
Per il leader di Sel "il lavoro è diventato una competenza dei sindacati e una proprietà privata delle imprese. Ma la politica se non parla di lavoro, di come si vive e si muove, di cosa si produce e di come lo si produce, a che serve? Se non parla di lavoro la politica non serve a niente".
Vendola ha poi risposto a Massimo d'Alema, secondo il quale la sinistra deve conquistare i moderati per evitare di consegnare il Paese alla destra: "I ceti medi sono stati schiantati" negli ultimi decenni. Berlusconi non è stato l'egemonia del moderatismo, Berlusconi non ha venduto concretezza, il manuale dell'amministratore di condominio" ma, al contrario, ha rappresentato l'apoteosi delle polarità in un periodo in cui la classe media andava assottigliandosi".
Vendola ha poi parlato della visita del Papa a Milano e ha detto che "è difficile non concentrarsi sulla sofferenza di questo vecchio Papa, che forse considera paradossale la sorte che gli è capitata, di dover essere il principe di una Chiesa di trame e complotti, in cui la parola di Dio è troppo spesso schiantata dalle lotte per il potere".
"Il controllo della finanza vaticana e dello Ior - ha aggiunto - sono problemi che hanno assai poco a che fare con la necessità dell'umanità di trovare nuovi profeti", con quello che deve essere la Chiesa, "un pungolo per l'umanità, capace di mettersi in discussione".
Il leader di Sel è poi ritornato sulla parata militare del 2 giugno: "Serve una riflessione" sulle cerimonie per la festa della Repubblica, perché occorre "bonificare più in profondità tutto ciò che nella vita pubblica può rimbombare come esuberante retorica". Vendola ha comunque sottolineato di non voler sollevare "polemiche del giorno dopo". "Non c'è ombra di antimilitarismo", ha puntualizzato, nelle richieste di evitare le parate, ma "credo che l'Italia intera sentisse come una stonatura quella celebrazione. La patria - ha concluso Vendola - innanzitutto è condividere il dolore".
Articolo di Liberi a Sinistra
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