Il Governo: punire immediatamente chi ha studiato ed ha prestato il servizio militare.

Le decisioni adottate dal Governo Berlusconi-Bossi sulle pensioni, rappresentano un vero TRADIMENTO, per l’ennesima volta lo stato, che dovrebbe rappresentare gli interessi di tutti, si è trasformato in un nemico dei cittadini. Questa ennesima e voluta contrapposizione, da una parte lo stato che si rimangia la parola data e dall'altra i lavoratori che si vedono scippare un diritto acquisito, chiarisce senza ombra di dubbio come questo governo vuole superare questa crisi economica, creata proprio dai poteri 
finanziari e speculativi che il governo stesso rappresenta e difende, visto che si è guardato bene da fare qualsiasi patrimoniale ed invece colpisce per l’ennesima volta chi lavora, ha studiato e prestato il servizio obbligatorio di leva.

Per quanto riguarda la cancellazione di un anno di leva,  non significa solamente andare un anno dopo in pensione, ma anche ingannare chi è già in pensione, perché molti lavoratori, costretti a causa della crisi economica d’andare in pre-pensionamento a regime pensionistico ridotto, dovranno attendere ancora un anno per ottenere la loro legittima pensione a pieno regime. Mentre per i laureati, il mancato riconoscimento degli anni di studio significa dover andare in pensione con 4 o 8 anni di ritardo, bloccando altresì l’entrata nelle professioni dei giovani laureati.

Quindi, non solamente una madornale “fregatura” per i lavoratori, non solamente il tradimento delle parola data da parte dello stato, ma un vero e proprio furto, altro che non mettere le mani nelle tasche dei cittadini, perché chi ha riscattato il proprio diritto rischia di perdere ciò che ha versato o dovrà fare dei ricorsi con un’ulteriore danno economico e di tempo.

Qui si rischia di rendere sempre più poveri i cittadini, obbligarli a lavorare fino i 70 anni e di spezzare quel patto d’onore  tra lo stato ed i lavoratori che vedeva riconosciuto il diritto per tutti allo studio ed il dovere per tutti di prestare il servizio militare, se questo non bastasse si  inizia a colpire duramente anche le donne posticipando la loro pensione, negando di fatto  il ruolo ed il lavoro sociale che le  donne svolgono ogni giorno  per coprire e sanare l’assenza dei servizi sociali che lo stato  dovrebbe fornire in favore della famiglia, dei bambini e degli anziani.

Una manovra  sbagliata, che non solo non pone alcuna base di superamento della crisi ma che mina la stessa unità nazionale ed il patto tra lo stato ed i cittadini, che in questo momento di grave crisi sarebbe necessario per fare quelle riforme strutturali che dovrebbero sanare i gravi danni creati negli decenni precedenti da una classe politica irresponsabile e di centro destra.

In questo momento c’è la necessità nazionale e democratica d'indignarsi, di ribellarsi e di manifestare contro questo governo Belusconi-Bossi, fatto in buona parte dalla peggiore zavorra riciclata della prima e della seconda repubblica, preoccupata solamente a difendere se stessi e “la mala gente” fatta da furbi, evasori e speculatori.

Diego Pauletti
Presidente Sel Veneto

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