La CGIL proclama per il 6 settembre lo Sciopero Generale contro la manovra
Forse abbiamo atteso anche troppo…perché è nostro dovere determinare e partecipare alla più ampia mobilitazione democratica contro questa manovra iniqua, come tutte le precedenti manovre, difatti tutto il mondo si sta trasformando ma in Italia ed in Europa nulla cambia e le varie ricette puntano sempre a colpire chi già da sempre paga, non solo attraverso le tasse ma in modo particolare attraverso bassi salari e pensioni. Mentre poco nulla si vuol fare contro l’evasione fiscale e contro la logica che ci ha gettato in questa crisi. La Confindustria “blatera” dimenticandosi tutti gli enormi finanziamenti, agevolazioni, rottamazioni ecc. che ha ottenuto in questi decenni e che non ha saputo usare né per aumentare l’occupazione né per evitare questa crisi, soldi che derivano proprio dalle tasse dei lavoratori, che la Confindustria ha trasformato in precari e lavoratori senza un futuro. Per l’ennesima volta i grandi poteri economici ed industriali non vogliono assumersi la responsabilità di cambiare e di comprendere che la legittima ricerca dell’utile aziendale, non può essere il loro unico obiettivo dimenticandosi il bene collettivo e quello dei lavoratori.
Questa voluta dimenticanza e visione ottocentesca, spiega la volontà del governo e della Confindustria di mettere mano all’articolo 41 della costituzione, per aggravare ulteriormente la condizione di chi lavora e tentare di superare le loro incapacità che proprio questa crisi hanno fatto emergere.
Pertanto salutiamo con la più grande partecipazione alla decisione della Segreteria Confederale della Cgil di indire per martedì 6 settembre uno sciopero generale di 8 ore, per ogni turno, contro e per cambiare “la manovra del governo Berlusconi-Bossi.
Niki Vendola ha definito questa manovra un ‘atto di guerra’ contro il Paese, fatto di misure punitive per gli Enti Locali, devastante riduzione di servizi sociali e di diritti, un colpo alla civiltà del lavoro e nessuna scelta per la crescita e lo sviluppo.
Ciò che ci preoccupa non sono solamente i tagli alla sanità, ai servizi ed agli enti locali ma in modo particolare la volontà di non cambiare e di far evolvere la nostra società.
Ora c'è la crisi dimenticandosi che il Pdl e la Lega per tre anni hanno affermato che tutto andava bene, anzi noi eravamo in una situazione migliore rispetto gli altri. Questo è un antico vizio italiano definirsi migliori degli altri invece che colmare le proprie inefficienze e trasformarsi per prevenire le difficoltà.
Come è avvenuto dagli anni 70 in poi, si pensa che superare questa crisi sarà possibile tagliano risorse, servizi e comprimendo i salari e le pensioni...il problema è che questa ricetta è già stata esperimentata decine di volte ed ogni volta ci ha portato ad una nuova ed ancora più grave crisi economica e culturale.
La situazione è grave perché non è solamente il governo a non proporre una svolta culturale ma nemmeno alcuni sindacati (Cisl e Uil) come la così detta opposizione del PD e il partito di Di Pietro.
L’errore sta proprio nel focalizzarsi sul si o sul no...o sul come tagliare senza chiarire dove vogliamo andare e cosa vogliamo che sia il nostro paese, questi tagli saranno solamente dolorosi per i cittadini e tra un paio d'anni ci ritroveremmo per l'ennesima volta in una nuova crisi.
Se vogliamo parlare di sanità iniziamo a parlare di cosa significa sanare e curare i cittadini e chiediamoci perché all'inizio del 1900 moriva una persona su 30 per tumore, mentre oggi muore una persona ogni due per tumore?
Se vogliamo parlare di tagli agli enti locali non si dovrebbe prima parlare di come creare efficienza per poi chiarire che una delle cause principali del debito pubblico risiede sull'uso politico e clientelare degli enti locali stessi?
Se vogliamo parlare di politica e di politici ed ipotizzare il taglio degli eletti come panacea d'ogni male, non bisognerebbe parlare prima di tutto di cosa significa nel 2011 in Italia la democrazia rappresentativa e quale deve essere all'interno d'ogni organo elettivo il rapporto tra maggioranza, minoranza, associazioni dei cittadini, sindacati ed ovviamente i cittadini stessi?
Hanno voluto dare in mano la nostro economia e l'economia mondiale alle borse, dove non a caso si parla di "giocare in borsa" con la vita dei miliardi di persone e poi ci stupiamo che chi "gioca in borsa" specula sull'economia dei paesi e sulla vita dei cittadini?
Non a caso, anche in quest'occasione d’iniquità si ritorna a voler mettere le mani sulle pensioni considerando i pensionati dei “pesi morti” che rappresentano un costo sociale od una delle cause principali del debito pubblico, dimenticandosi che quei pensionati, durante la loro vita, per 35 – 40 anni hanno creato la ricchezza dell’Italia ed hanno “risparmiato” e messo da parte sia ciò che viene definito pensione sia il TFR…quindi nessun regalo ma solamente il legittimo dovuto.
Per quanto riguarda l’aumento dell’IVA, si vuole aggiunge ad una tassa illegittima ulteriore iniquità. Perché non bisogna dimenticare che le tasse si dovrebbero pagare secondo il reddito (tasse dirette) e non sui beni di consumo (tasse indirette) e quindi l’IVA stessa è illegittima perché colpisce tutti in apparenza in ugual maniera ma nei fatti colpisce chi meno ha…quindi aumentare l’IVA significa colpire i lavoratori, pensionati e commercianti.
Quindi il nostro appoggio è totale alla scelta della CGIL perché di fronte a questa gravissima crisi è proprio la democrazia diretta dei cittadini che deve manifestarsi nelle piazze, visto che quella indiretta del governo, camera e senato è completamente impantanata nelle sue incapacità e convivenze con chi vuol usare proprio questa crisi per privare i lavoratori d’ogni diritto.
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