Emergenza carceri, SEL aderisce all’appello
Aderiamo con determinazione e convinzione all’appello di Magistratura democratica, Ristretti Orizzonti, Antigone e Coordinamento nazionale dei Garanti dei detenuti perché la politica si decida a intervenire subito e con la dovuta drasticità sulla situazione della carceri italiane, ormai insopportabile per un Paese civile.Il Parlamento e il sistema politico tutto non possono continuare a guardare da un’altra parte fingendo di non accorgersi che i suicidi determinati dalle condizioni di invivibilità nelle carceri italiane hanno da lungo tempo superato i livelli di guardia. La drammaticità della situazione è ormai tale da rendere inevitabile il chiedersi se nel nostro Paese non sia stata reintrodotta di fatto una sorta di pena di morte.
Riteniamo fondamentale, al fine di rendere le carceri italiane degne di un
Paese democratico, mettere subito in discussione una riforma tale da risolvere stabilmente il dramma del sovraffollamento delle carceri. Sappiamo che non può bastare la costruzione, pur necessaria, di nuove strutture e gli interventi, altrettanto urgenti, per ammodernare e ristrutturare quelle esistenti.E’ indispensabile la depenalizzazione di molti reati minori, in particolare quelli legati all’uso personale di stupefacenti leggeri, e l’adozione obbligatoria delle misure alternative alla detenzione per le condanne sino ai due anni.
Non è più dilazionabile l’abrogazione delle leggi criminogene come la Fini-Giovanardi e la Bossi-Fini, che hanno contribuito in maniera determinante a determinare il collasso attuale. Ma non si tratta solo di cancellare: occorre allo stesso tempo varare nuove leggi, tali da capovolgere l’approccio devastante e controproducente con i quali sono stati nell’ultimo decennio affrontati sia il problema della tossicodipendenza che quello dell’immigrazione clandestina.
E’ inoltre fondamentale intervenire sulla magistratura di sorveglianza, sia per irrobustirla che per aumentarne i poteri di sorveglianza, restituendole così il ruolo fondamentale che aveva nei decenni scorsi e che oggi ha in larga misura perduto.
Concordiamo anche con tutte le altre richieste contenute nell’appello, ma ci preme particolarmente segnalare che il problema del sistema penitenziario italiano non può essere affrontato solo nei termini, pur fondamentali, delle strutture e dell’efficienza tecnica. E’ una intera cultura giuridica che deve essere ripensata restituendo valore imperativo ala norma forse più spesso trasgredita e ignorata della nostra Costituzione: quella che affida alla pena il compito non solo di punire ma anche di risocializzare i condannati.
Purtroppo è l’esatto opposto di quello che si verifica oggi nell’inferno del sistema penitenziario e delle carceri italiane.
Il Coordinamento Nazionale di SEL
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